EDITORIA PROFESSIONALE
COLLEZIONI DI ARCHITETTURA, INGEGNERIA E URBANISTICA
pubblicato il 01/04/14

“Un lavoro corale in un luogo straordinario”: è lo stesso Renzo Piano a definire così la mostra allestita a Padova, nella cornice straordinaria di Palazzo della Ragione, che celebra l’attività del suo studio svelando al pubblico 32 progetti realizzati, in oltre 40 anni di lavoro, un po’ in tutto il mondo.

Renzo Piano Building Workshop – Pezzo per pezzo” (questo il titolo dell’esposizione, aperta fino al 15 luglio 2014) dà infatti la possibilità di curiosare tra gli stupefacenti materiali d’archivio dello studio RPBW esposti in 32 tavoli, ciascuno circondato da otto sedie ‘da regista’, dello stesso tipo di quelle utilizzate da Renzo Piano nei luoghi da lui prescelti per progettare le proprie creazioni architettoniche, in primis le sedi dello studio a Genova, Parigi e New York. Ma l’architetto genovese ha fatto arredare così  anche l’ufficio da senatore a vita che ha adibito a ‘pensatoio’ per giovani architetti: è il gruppo G124, composto da sei architetti pagati con il suo stipendio parlamentare (G sta per Palazzo Giustiniani, sede dell’ufficio, al 1° piano, stanza 24: ecco svelato il significato del nome), con l’obiettivo di riprogettare o, meglio, ‘rammendare’ le periferie. Perché “l’architettura è arte, ma è anche militanza. Ed è questa folle idea che il mondo può essere cambiato. E ci si riesce davvero”, ha detto lo stesso Piano nel presentare in anteprima la mostra padovana ai giornalisti lo scorso 15 marzo, giornata di inaugurazione.

Aggirandosi liberamente tra i tavoli senza un percorso prestabilito, il pubblico può quindi spaziare dalle strutture leggere degli anni Sessanta ai cantieri in corso fra Stati Uniti ed Europa, attraverso le opere più celebrate: dal Centro Culturale Jean-Marie Tjibaou realizzato in Nuova Caledonia alla Fondation Beyeler di Basilea, dalla Morgan Library di New York al grattacielo Shard di Londra. “E’ un lavoro corale – ha tenuto a precisare il Maestro – perché qui vedete un lavoro di 40 anni, ma non l’ho mica fatto da solo: l’ho fatto con un sacco di gente! Il nostro ufficio è fatto da una dozzina di partner, una quindicina di associati, quasi un centinaio di architetti… Con qualcuno lavoriamo assieme da 30 o persino 40 anni. Comunichiamo a gesti, non ci parliamo nemmeno più. E questa coralità è un fatto importante. Vedete tutto il lavoro fatto…”, ha detto Piano , indicando le opere in mostra: “Be’, nessuno ha mai tenuto la contabilità di chi ha inventato cosa. Insomma, non si sa in studio chi ha fatto cosa, e questa è una cosa molto bella”.

Lo splendido salone affrescato che ospita la mostra, antica sede dei tribunali cittadini, è un autentico gioiello medievale, con la volta lignea a forma di carena di nave rovesciata. “Questo è uno degli spazi più belli al mondo,  un luogo straordinario per storia e per complessità”, ha sottolineato Piano in conferenza stampa . “Questa grande nave capovolta è un universo, e il nostro personale universo costruito occupa in maniera temporanea a e leggera questo spazio”. I manufatti dello studio RPBW, modelli architettonici che appaiono sospesi nell’aria grazie ad un efficace sistema di sospensione, sembrano quasi scheletri antichi di creature misteriose, tanto che Piano definisce il salone del Palazzo della Ragione come simile “ad un museo di scienze naturali”, ma anche “ad un’aula universitaria e ad una sala di lettura di una biblioteca”. Perché il visitatore è invitato ad approfondire i progetti anche grazie a libri e tablet a disposizione sui tavoli.

In fondo, ammette Piano, “è una ben strana idea quella di esporre l’architettura… L’architettura non si espone mica: si vive! Sarebbe più saggio, per un architetto, dire: andate e vedete. Ma qui si fa vedere lo struggimento dell’architettura, le sofferenze, i pentimenti… E questo far vedere il processo che ti porta all’architettura è uno dei pochi modi di esporla”.

Per chi poi volesse saperne ancora di più su alcuni dei progetti  esposti, nel bookshop allestito in una sala accanto alla mostra è disponibile l’opera “Almanacco dell’Architetto. Da un’idea di Renzo Piano”, pubblicata da Proctor Edizioni. Nel primo volume, in particolare, vengono illustrati in profondità 14 dei 32 progetti presentati a Palazzo della Ragione: il Beaubourg di Parigi, Potsdamer Platz a Berlino, Shard e Saint Giles a Londra, New York Times e Morgan Library a New York, California Academy of Sciences a San Francisco, Menil Collection a Houston, l’aeroporto Kansai  di Osaka, il centro di Nouméa in Nuova Caledonia, la chiesa di Padre Pio a San Giovanni Rotondo, l’Auditorium di Roma, la Fondazione Beyeler a Basilea e il Monastero di Ronchamp in Francia (cui si aggiungono, nel testo di Proctor, anche i progetti di Punta Nave a Genova e della Maison Hermés a Tokio). L’Almanacco dell’Architetto è inoltre acquistabile nei punti vendita della catena libraria Progetto di Padova, che ha una sede anche nell’attiguo Palazzo Bo (in via VIII Febbraio 10).

La mostra è organizzata nell’ambito della sesta edizione della Biennale Internazionale di Architettura “Barbara Cappochin”, promossa dall’omonima Fondazione e dall’Ordine degli Architetti di Padova, insieme con il Comune di Padova, e realizzata in collaborazione con la Regione Veneto, il Consiglio nazionale degli architetti e l’Unione internazionale degli architetti.

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